Il Jihad si combatte non solo con le armi ma anche nei tribunali
L'Occidentale
by Valentina Colombo
L'Occidentale
March 29, 2009
https://www.legal-project.org/270/il-jihad-si-combatte-non-solo-con-le-armi-ma
Excerpt:
"L'UOIF [Unione delle organizzazioni islamiche di Francia] perseguirà tutte le procedure legali per porre fine all'accanimento contro il Profeta Maometto – pace su di lui – e alla stigmatizzazione sistematica dell'islam e dei musulmani" (Comunicato dell'UOIF, 20 marzo 2008).
Uno dei vantaggi del jihad con le armi è quello di essere palese e quindi di essere facilmente riconoscibile. Si cercano armi, cellule di predicatori del jihad. Tuttavia negli ultimi anni ha preso piede, soprattutto in quell'islam vicino al movimento dei Fratelli musulmani, un altro tipo di jihad ben più subdolo: quello che si svolge nei tribunali. Chiunque, giornalista, politico o avvocato che sia, si occupi di islam rischia di venire citato in tribunale per "oltraggio nei confronti di un gruppo di persone in ragione della loro religione".
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E' proprio per rispondere a questo attacco frontale che negli Stati Uniti è nato il "Middle East Forum Legal Project". Un jihad che ha visto la giornalista Rachel Ehrenfeld portata in un tribunale da Khalid bin Mahfouz per avere sostenuto che costui aveva legami finaziari con Al Qaeda e Hamas e condannata a un'ammenda di 30.000 sterline e a pubbliche scuse; il Cair (Consiglio per le relazioni americano-islamiche) accusare Andrew Whitehead, responsabile del sito Anti-Cair, per avere diffuso false notizie a danno della reputazione dell'Associazione, per poi ritirare l'accusa due anni dopo; la Islamic Society di Boston accusare di diffamazione diciassette persone nel maggio 2005 anche in questo caso per ritirare l'accusa due anni dopo.
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